: le nostre opere : obiettivo India
«Quanto all'India mi piace ricordarla così, come un bambino con la faccia sporca, che da sotto il suo ciuffo spettinato, ringrazia per una saponetta donata, lanciando uno sguardo penetrante che parla di curiosità e voglia di vivere. O come una bambina, con i capelli raccolti in una lunga treccia scura, che, avvolta in un sari dei colori del fuoco, danza leggera la gioia di un incontro.»
(M.S.)






1988: il legame con le Figlie di San Camillo è diventato presto solido e aperto. Già vari progetti hanno trovato compimento in Africa e altri sono pianificati. Ma le camilliane sono "mondiali" e da quell'anno anche gli Amici di Zinviè decidono di spingersi ancora oltre, inizia così la collaborazione pro-India. Nell'estate il primo viaggio di Mariella ed Everardo a conoscere la realtà di Bangalore e dintorni, ed è subito una serie di nuovi "sì".
La prima opera è compiuta nel 1990 con il ricavato dello spettacolo "Pinocchio", è il dispensario di Bangalore nello stato del Karnataka. I viaggi si susseguono e iniziano a rendersi evidenti i mali di questa terra: il contrasto tra la grande ricchezza di pochi e l'immensa povertà di molti, la sofferenza che deriva dal sistema religioso e sociale a caste, il diffondersi di malattie, in occidente debellate, che rendono schiavi ed emarginati senza alcuna assistenza sanitaria.
È per questi ultimi che Eve ha sempre desiderato intervenire e anche per realizzare questo suo desiderio nel 1995 il gruppo si è mobilitato per dar vita all'opera più grande che ha fino ad ora portato a termine: "Asha Nagarre" (Villaggio della Speranza). Nel 1996 l'acquisto del terreno a Eluru, nello stato di Andhra Pradesh. Successivamente iniziano i lavori per la costruzione delle 53 casette per ospitare i lebbrosi di Kadakatah, che rischiano di rimanere senza un luogo dove vivere. Il villaggio viene inaugurato nel 1999, e nel 2000 iniziano a prenderne possesso i primi ospiti. A vigilare sullo svolgimento dei lavori e a dare assistenza ai malati sono naturalmente le suore infermiere camilliane.
Il sostegno da parte degli Amici di Zinviè prosegue con le forniture di riso e medicinali, ma i lavori non si possono mai dire compiuti in un villaggio vivo e in continua evoluzione.




Tra il 1999 e il 2000 ecco un intervento anche in Kerala, precisamente alla "Sneha Bhavan" (Casa dell'amore) di Chungakunnu. Si tratta di un centro che accoglie persone trovate per le strade e nelle discariche, malate o in fin di vita; qui il gruppo si impegna ad alzare di un piano la struttura e ad aggiungere ad essa una parte nuova.

Dal 2000 si susseguono alcune opere in Andhra Pradesh, il dispensario di Madras e il dispensario di Eluru. Sempre in questo stato meridionale dell'India viene costruito l'Ospedale di Tadeoalligudem: questo è il risultato di una cospiqua donazione da parte di una persona che, conoscendo l'attività del gruppo, ha deciso di affidargli l'incarico di investire quel denaro in un'opera a favore dei più poveri. Caso simile riguarda la costruzione in Orissa, a Balasore, dell'Ospedale per bambini portatori di handicap, anche questo frutto di una donazione ben affidata.

In questo periodo inizia anche la trasformazione della bidonville di Bangalore. Un agglomerato infinito di baracche fatte di plastica, cartone e resti di legno. Il lavoro del gruppo in Italia procura i fondi necessari, il resto della costante impresa è affidato alle suore e al responsabile delle costruzioni che fa da intermediario. Il risultato sono bianche casette composte da un semplice locale con porta e finestra ma in cui non piove dentro e da cui è più facile lasciar fuori la fogna. In quelle condizioni di vita precarie sono un tocco di speranza di miglioramento. Più di un centinaio di casette sono state ormai realizzate, ma solo per chi lo richiede perché non tutti sono disposti a fidarsi delle suore e di questo dono gratuito.

Tra 2004 e 2005 gli impegni portati a termine sono stati: l'acquisto di un pulmino per le bambine disabili e di una jeep per il trasporto dei malati di suor Teresina, a Chungakunnu; nei dintorni dello stesso paese la ricostruzione di alcune case travolte da una frana.
Nel 2006 il gruppo si è occupato della la costruzione dei vialetti nel Villaggio della Speranza, che eviteranno ai lebbrosi di sporcarsi nel fango durante la stagione delle piogge. Sempre al villaggio è stato donato un trattore soprannominato "Ugo", che aiuta gli ospiti nei loro lavori di coltivazione.
Un'altra jeep, ma stavolta attrezzata ad ambulanza, è il dono che ha raggiunto nel 2008 la comunità delle camilliane di Mangalore, dove sorge un Centro per donne e bambine affette da AIDS. Con questo nuovo mezzo le suore potranno raggiungere le persone malate dei villaggi dispersi nella foresta e garantire il trasporto, il ricovero e una fine dignitosa a chi ormai non può sperare nella guarigione.
In Orissa, tra il 2007 ed il 2008 si è provveduto a dotare la Comunità per bambini con handicap fisici e mentali di pannelli solari che consentissero di supplire alle frequenti assenze di energia elettrica nella struttura, di una jeep per facilitarne gli spostamenti e di un pozzo, i cui lavori esterni sono stati completati ad agosto del 2009.

In Andhra Pradesh, a Tadepalliguden, la gente vive ancora in abitazioni fatiscenti ed in condizioni igieniche precarie. Nel 2010, i monsoni ne hanno distrutto una buona parte, così, il nuovo obiettivo raccolto è stato quello di ricostruirle. Progetto che prosegue ancora oggi e che viene documentato di anno in anno, durante gli spettacoli di dicembre.
Sempre a Tadepalliguden, l'ospedale, nel biennio 2008-2009, è stato dotato delle attrezzature per la sala di rianimazione, mentre nel 2010, la richiesta indispensabile è quella di donare ai malati terminali un reparto a loro dedicato. Uno spazio in cui possano essere accompagnati con dignità verso la morte e dove possano trovare le cure necessarie. Così, si dice sì alla nuova "sfida" ed incominciano i lavori per alzare di un piano l'ospedale. Il progetto prosegue per tutto l'anno successivo e nel 2012, durante lo spettacolo "Le febbri del sabato sera", vengono proiettate le prime foto. Ai malati viene garantita la spesa per le cure palliative, mentre l'ospedale viene dotato di una nuova ambulanza per l'assistenza ed il loro trasporto. Nel 2014, si provvede a donare la terza macchina per la dialisi.
Lo stesso anno, a Mangalore, presso la Casa della Vita, "Jeevadan", struttura che ospita madri affette da AIDS e figlie sieropositive, si inaugura un nuovo progetto: pagare l'università alle ragazze.
L'istruzione, per queste donne, è una conquista difficile, perché all'interno della scuola stessa la loro condizione determina pregiudizi e trattamenti molto più severi ed esigenti. Garantire l'identica opportunità di istruzione è una sfida a cui non si poteva rinunciare. Così, la prima ragazza ha già potuto iscriversi e seguirà i corsi nel 2015.