: le nostre opere : obiettivo Perù e Cile
«Perù chiama»





È il 2000 quando le suore camilliane lanciano un nuovo S.O.S. da un continente sconosciuto per il gruppo; ma la carità non ha parrocchia, e gli occhi e il cuore di questi cristiani possono arrivare anche in sud america.

A Lima, che conta più di sette milioni di abitanti, il 90% delle persone cerca di accaparrarsi un buco fatto di canne intrecciate, fango e lamiere, nelle periferie, su montagne di terra. Una crescita colossale di miseria, solitudine, sofferenza; poco lavoro e molto sfruttamento; scarsità di servizi igienici e mancanza di assistenza sanitaria di base. L'impatto è duro e sconcertante. La richiesta d'aiuto arriva da Cajamarca ai piedi delle Ande, al Nord, a circa 2500 metri di altitudine. Oltre alla povertà estrema c'è il freddo a complicare le condizioni di sopravvivenza. Non esiste "sanità" per i poveri. Un medicinale costa cibo per tutta la famiglia. Se si tratta poi di ospedale… si torna in capanna a morire. Ma c'è anche qualche goccia di rugiada in questa landa desolata di difficoltà: ad Arequipa oltre 150 bambini hanno ogni giorno pasti caldi grazie alle Figlie di San Camillo.
Dal 2000 le gocce si moltiplicano grazie all'intervento degli Amici di Zinviè; i poveri non possono aspettare, così il progetto viene elaborato: un "Centro di Salute" consistente in reparto di Pediatria, Maternità, Ostetricia, Laboratori Clinici e Diagnostici, Farmacia, Servizi vari legati ai bambini, alle donne e alle famiglie, Servizi amministrativi. Il gruppo si attiva nel solito, laborioso, redditizio modo e con gli spettacoli "La carica dei 101", "1492: la scoperta", "Il giro del mondo in ottanta giorni" e "Cenerentola" si raccolgono i fondi necessari alla trasformazione.
Nasce così il centro di salute "Mis manos para ti", un fiore prezioso capace di alleviare le sofferenze. Vicino ad esso è sorto anche un nuovo paese, Casa Marca 2, fatto di casette costruite alla buona con sassi e un impasto di terra e cemento; dove c'è un ospedale o un dispensario la gente si avvicina come può perché si sente sicura.
Le prime assistenza mediche da parte della suore sono possibili nel 2004 ma ancora c'è da lavorare perché il centro sia completamente funzionante. Nel gennaio 2005 però quello che la spedizione degli Amici di Zinviè si trova davanti è un'attività avviata e affidabile.

Si è pronti dunque a guardare anche al Cile. Hogar di San Camillo: qui la suore accolgono vecchi malati abbandonati sulle strade. Già 45 sono ospitati nella struttura, 30 dei quali su sedia a rotelle. Il carisma tipico dei camilliane, indirizzato alla cura dei malati, qui può esprimersi al meglio. All’interno di questo progetto gli Amici di Zinviè si sono fatti carico degli stipendi del personale, indispensabile per seguire i molti anziani non autosufficienti; e così, la "Casa dell’Amore", che rischiava di chiudere per mancanza di fondi, può continuare a lavorare consentendo una vita dignitosa ai suoi ospiti.